Emorroidi

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Le emorroidi sono molto comuni, ma se ne parla poco per via della posizione. Si fa anche confusione sul significato del vocabolo, che indica situazioni diverse fra loro.

Sono varici (dilatazione e allungamento) delle vene che formano un sistema intorno all’ano e alla parte più esterna del retto. Semplificando, e trascurando per ora le cause, si distinguono:

Emorroidi interne, oltre la linea di demarcazione fra cute e superficie mucosa dell’intestino (linea pettinata, o dentata, situata poco all’interno dell’ano).

Esterne, al di qua della linea, visibili, dilatando le natiche, a ridosso dell’ano, fino a mascherarlo se molto rigonfie.

Sono fortemente dolorose le emorroidi esterne e quelle del canale anale, quando si rompono formando un coagulo nel sottocute, ben visibile come una massa bluastra tesa e tondeggiante, spesso multipla, che può occultare l’ano.

Le emorroidi trombizzate del canale anale hanno lo stesso significato delle esterne e si palpano come noduli o cordoncini molto dolenti all’interno dell’ano.

Le emorroidi interne vanno incontro a possibile allungamento e possono fuoriuscire dall’ano in modo reversibile (rientrano sospingendole delicatamente con un dito) o stabile (procidenza emorroidaria permanente; nella classificazione convenzionale per gradi, emorroidi interne di IV grado). Le emorroidi interne procidenti dall’ano a intermittenza o stabilmente possono provocare prurito, fastidio come da presenza di corpo estraneo e sporcano gli indumenti con secrezioni di siero o di sangue. Se la massa prolassata è di grosse dimensioni, può "strozzarsi", formando una trombosi, che, per il dolore intenso, si complica creando uno spasmo anale. La condizione richiede intervento urgente.

Il problema maggiore e più comune con le emorroidi interne è, però, la facilità al sanguinamento. D’altra parte, occorre cautela nell’attribuire alle emorroidi un’emorragia dal retto, piccola o grande che sia. Possono essere presenti altre patologie contemporanee e le emorroidi essere una causa apparente, funzionare come un falso indizio.

Marische o marischi sono chiamati gli esiti di emorroidi esterne svuotatesi spontaneamente, cioè sacchetti di pelle vuota non dolenti, residuo di emorroidi guarite. (in inglese: skin-tags, cioè "lembi", "straccetti di pelle"). Le marische rappresentano un problema per molti, soprattutto per le donne, che ritengono, sentendole nelle manovre igieniche o guardandosele con torsioni e specchi, di avere una patologia o un’imperfezione grave; in realtà costituiscono solo un difetto cosmetico, che provoca a volte prurito, fastidio, escoriazioni ed è comunque facilmente correggibile con un intervento chirurgico o – meglio – laser, ambulatoriale.

Le emorroidi esterne in fase dolorosa (coagulo sottocutaneo per rottura venosa) si risolvono con un intervento laser o un’incisione a ellisse che svuoti il coagulo: eseguito nei primi giorni dei sintomi, questa piccola operazione in anestesia locale, abbrevia il decorso e riduce prontamente il dolore. Possono verificarsi, seppure raramente, per ragioni ignote, altri episodi a cascata nei giorni successivi nelle vene vicine, per cui è opportuno un controllo medico della situazione a intervalli regolari fino a risoluzione definitiva dell’episodio.

Le emorroidi interne richiedono un intervento più complesso. Sono stati proposti modi diversissimi di operare le emorroidi, per sfuggire all’intervento convenzionale classico, molto doloroso: dalla legatura elastica di Barron, alle iniezioni sclerosanti, alla crioterapia, che ha il difetto di richiedere un pannolino per diversi giorni, a causa dell’essudazione di liquidi. Tecniche innovative permettono oggi interventi ambulatoriali risolutivi anche per emorroidi interne di grado avanzato: sono ormai diffuse nel mondo le metodiche tutte italiane di Longo, che utilizza una cucitrice meccanica in luogo delle suture tradizionali e quella utilizzata da Iachino (dell’Ospedale S. Martino di Genova), chiamata HPS, HEMOR PEX SYSTEM, che pure mira ad accorciare la mucosa ridondante che contiene le emorroidi (in anestesia locale attraverso un anoscopio): rapida, efficace, pressoché indolore, non necessita di ricovero.

Una delle terapie storiche, la dilatazione forzata dell’ano ideata (nel 1968) da Lord, si fonda su una delle tante e insoddisfacenti teorie che tentano di spiegare la causa delle emorroidi: la contrattura del muscoli anorettali, opponendosi alla defecazione, provocherebbe la congestione delle vene locali. Divaricare a tutta forza con uno o due dita (in anestesia generale!) la muscolatura del canale anale, fa regredire quasi tutte le emorroidi, dando ragione all’ipotesi di Lord – che ha tuttora sostenitori – ma richiede (allo scopo di evitare gli ematomi indotti dalla dilatazione forzata) un tampone rettale compressivo che è una tortura per i giorni del post-operatorio e comporta – dettaglio leggermente antipatico – il rischio di successiva incontinenza ai gas.

Per favorire la regressione delle crisi emorroidarie e limitare le recidive, è opportuno limitare quegli esercizi che inducono sollecitazione meccanica (cavallo, bicicletta), attività fisica esasperata, ed evitare alcolici, specialmente superalcolici, spezie e cibi piccanti, che sembrano avere effetto irritativo diretto sulle vene. La gravidanza è una causa puntuale di emorroidi che spesso regrediscono del tutto o quasi dopo il parto.

Nella pubblicità delle pomate, delle cure, degli interventi, traspare evidente la grande confusione sui termini e sulle indicazioni: le creme anestetiche, utili per le emorroidi esterne dolenti, non hanno alcun effetto sulle interne, anzi possono dare allergie senza contropartite favorevoli. Se le emorroidi sanguinano, nessuna terapia casalinga, a parte il ghiaccio, serve a qualcosa. Molto importante trattare e correggere la stitichezza, senza ricorrere però a lassativi troppo energici capaci di creare irritazione cronica del colon. Nel corso di episodi acuti è utile mantenere morbide le feci prendendo olio di vaselina (non a lungo, però, perché può compromettere l’assorbimento di vitamine). Anche la stitichezza non sempre è una banalità riducibile all’uso di un lassativo.

Se sospettate o dubitate di avere emorroidi (dolore locale, sanguinamento, o avvertite presenza di masse) considerate necessaria una visita della regione ano-rettale da parte di uno specialista.

È molto frequente infatti l’attribuzione alle emorroidi di disturbi che in realtà hanno altre cause. Prima di assegnare alle emorroidi la responsabilità di un sanguinamento ripetuto, è necessario verificare: 1) che le emorroidi siano presenti. 2) che mostrino segni di sanguinamento recente, come segni rossi, abrasioni, ecc. 3) che non vi sia altro nel retto o nel tratto terminale del colon che possa sostenere l’emorragia. Il sangue che sembra provenire dalla emorroidi può essere provocato da polipi o altri tipi di lesione emorragica.

Si riteneva, siccome il circolo emorroidario è interposto fra la circolazione venosa specifica del fegato (vena porta) e il circolo sanguigno generale, che una disfunzione epatica favorisse disordini emorroidari. Questa relazione appare oggi meno importante.

Una patologia a volte intrecciata e confusa con le emorroidi è la ragade anale, una screpolatura profonda che si affonda fino al muscolo caratterizzata da:

dolore violento alla defecazione che perdura nei minuti successivi; sanguinamento, presenza di un piccolo nodulo emorroidario duro sul suo margine, nel canale anale.

Altra patologia meno comune, che provoca dolore in sede anale, al momento dell’evacuazione, è costituita dalle criptiti e dalle papilliti (infiammazione di strutture del rivestimento cellulare superficiale), riconoscibili con la palpazione digitale.

Se soffrite di emorroidi, chiedete una visita a un medico specialista che vi ispiri fiducia e vi possa dire esattamente che cosa avete e cosa conviene che facciate. Non fidatevi delle finte notizie mediche, spesso soltanto pubblicitarie e comunque approssimative, dei giornali soprattutto dei rotocalchi femminili – che hanno rubriche su tutto – o delle "pubblicità redazionali" (questa minuscola dizione indica uno spazio acquistato sul giornale, in cui si può scrivere di tutto senza controllo. Anche se il linguaggio è scientifico, il contenuto può essere completamente fasullo). Cercate piuttosto un buon medico, chiedendone le precise referenze.

 


Francesco Dallera

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