Acne (giovanile)

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L’origine del vocabolo si è perduta: forse risale all’errore di un copista che trascrisse dal greco. Acne indica, in ogni modo, un’infiammazione dei follicoli sebacei in aree cutanee che ne sono ricche, principalmente volto e parte alta del torace. Secondo preconcetti diffusi, l’eruzione è in rapporto con cattiva digestione, disturbi di fegato, ansia, problemi ormonali; in realtà, sebbene il nervosismo peggiori  la condizione e alcuni alimenti - salumi, cioccolato, alcool, cibi piccanti – possano essere causa di aggravamenti, e sebbene, infine, nelle ragazze, esacerbazioni premestruali siano comuni e alcuni casi abbiano una netta relazione con disordini ormonali dimostrabili (casi da discutere a parte, associati a volte ad aumento di peso, eccesso di peli e diradamento dei capelli e che richiedono cure specifiche), la forma nella maggioranza dei casi è espressione di anomala reattività della pelle piuttosto che di malattia degli organi interni. Aumento del sebo – il grasso prodotto dai follicoli cutanei, lubrificante naturale della pelle – e contemporaneo ispessimento delle pareti dei pori, o punti d’uscita dei follicoli, innescano una serie di eventi locali: intrappolamento del grasso, partecipazione dei microbi (e forse di microlieviti) ospiti della cute alla sua digestione, formazione di sostanze irritanti. Il risultato sono le lesioni che tutti conoscono: punti neri o bianchi (comedoni aperti o chiusi), rigonfiamenti infiammati, con o senza pus, più o meno grandi e profondi (in linguaggio medico: pustole, papule, noduli, cisti), a volte confluenti a costituire enormi masse (acne conglobata), secondo combinazioni e gravità molto diverse nei diversi individui. Maschi e femmine sono ugualmente colpiti: nei ragazzi sono più frequenti forme gravi, nelle ragazze la durata più facilmente si protrae oltre i trent’anni. Ancora non si comprende bene perchè l'espressività della componente infiammatoria sia così variabile nei diversi individui, per cui alcuni, pur avendo molti comedoni e cisti non hanno quasi brufoli rossi o purulenti, altri invece sviluppano una quantità di pustole (lesioni con pus) e noduli dolenti.
L’acne ("giovanile", "volgare" sono aggettivi spesso usati per definire la forma comune) di solito migliora d’estate, per effetto del sole, però in qualche caso succede il contrario: i raggi solari possono stimolarla e riaccenderla, a prova ulteriore di quanto sia complesso e capriccioso il problema. A dispetto delle leggende diffuse sull’argomento, diete rigide hanno più un significato penitenziale che una reale efficacia; più evidente, almeno in certi soggetti, una relazione con stati di tensione nervosa eccessiva; in qualche caso c’è un chiaro rapporto temporale fra l’esplosione di un’acne in un’età insolita e un trauma emozionale importante.
Antibiotici per bocca, contraccettivi orali di tipo specifico completano il repertorio terapeutico attuale, e sono più o meno impiegati dai dermatologi secondo le preferenze di ciascuno. L’isotretinoina (derivato acido della vitamina A) per via orale è farmaco da riservare a casi speciali di acne nodulo-cistica resistente, per i suoi risvolti di tossicità e un grave effetto teratogeno (malformazioni fetali anche mesi dopo la sospensione).
Una cura soltanto locale, con creme, lozioni, detergenti idonei, senza farmaci presi per bocca, senza prodotti ormonali, senza antibiotici e altri medicinali con azione generale, è, di solito, sufficiente: a patto che sia perfettamente personalizzata, "dedicata" al singolo caso - dopo un attento esame del tipo di pelle - e modificata secondo la risposta e la tolleranza. Naturalmente, questo richiede collaborazione, fiducia, una relazione di simpatia fra il medico e il ragazzo preso in cura, non sempre facile con i volubilissimi adolescenti. In situazioni selezionate, terapie speciali forniscono contributi determinanti: criochirurgia, infiltrazioni di steroidi, dermoabrasione, chemiochirurgia (con fenolo, TCA), acido glicolico concentrato, elettrochirurgia temporizzata, laser CO2, sono utili per lesioni resistenti o cicatrici dure e hanno avuto fortune alterne negli ultimi anni. Purtroppo a volte l’equivoco sull’efficacia nasce dal fatto che solo in mani abili ed esperte una tecnica chirurgica o para-chirurgica è brillante e la riuscita di una terapia nell’acne molto raramente si ottiene applicando uno schema standardizzato. I risultati delle tecniche semi-chirurgiche, certo, sono in funzione della capacità dell’esecutore più che della scelta dello strumento, ma possono garantire rapidità di scomparsa delle cisti e dei noduli se applicati con maestria.
Evitare cicatrici deturpanti e fornire un viso presentabile a ragazzi negli anni più difficili per i rapporti sociali, sono ottimi motivi per affrontare tempestivamente ed energicamente il problema. L’atteggiamento "passerà con gli anni" è un paradosso pseudo-consolatorio: proprio in quegli anni formativi della personalità, un ragazzo non deve avere i brufoli.  L'acne ha importanti relazioni con la condizione psicologica: scatena spesso una profonda depressione e, nell'altra direzione, uno stato psichico scaduto interferisce negativamente sull'acne. Affrontare bene questo aspetto del problema è essenziale fra i compiti del medico.

 


Francesco Dallera

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