Auto 2006 | |
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Le automobili di questo decennio tendono a rassomigliare a carri armati: le più esasperate, oltre ai finestrini esigui e alle fiancate alte, hanno anche la parte anteriore direttamente ispirate ai tank militari, come, ai due estremi di dimensione, la Nissan Micra (ultimo modello) e la Porsche Cayenne. L’abitudine ci rende famigliari le forme nuove. Il più originale designer di auto oggi è l’americano Bangle, stilista della BMW. Le sue creazioni più notevoli, sul piano estetico-concettuale, sono la Z4 e, cronologicamente successiva, la serie 1: in questi modelli ha giocato su un’alternanza audace e forte fra superfici convesse e bombate e superfici concave (nelle fiancate e nel posteriore), risolvendo i contrasti in una brillante armonia. La concavità della fiancata è presente in altre vetture attuali, ma con esiti lontani dal geniale slancio dinamico e asimmetrico di questi due esempi. C’è un ricordo, un’ispirazione che tiene conto del Cubismo, però composto e trattenuto in un gradevole equilibrio. Anche la serie 5 è splendida, ma non presenta questo carattere: è piuttosto, nei fanali e fanalini, giapponesizzante (proprio nel senso degli occhi a mandorla), rassomiglia a uno squalo, ma così elegante e coerente che si è imposta all’occhio come una delle auto più belle. Non è altrettanto riuscita, secondo me, la serie 3, che, pur conservando un tratto elegante e, ovviamente, lussuoso, non è risolta con pari coerenza di linee. Peggio di tutte le BMW, la serie 7, la più prestigiosa, migliorata nel recente restyling, ma ancora pasticciata nella linea; macchina desiderabile per la qualità che trasuda, che nessun esteta, tuttavia, esporrebbe al MOMA come vessillo del design del nostro tempo. Bellissime – e assertive proprio per il muso (calandra) imponente che alla comparsa ha fatto arricciare il naso ai puristi – le AUDI. Lisce e bombate, sono euritmiche nelle linee, fluide e guardandole si respira lusso, anche se non hanno l’originalità che Bangle ha immesso nei due modelli BMW citati. A me, per la combinazione che apprezzo particolarmente fra coerenza estetica, personalità e piacevole armonia visiva, sembra eccezionale la Mercedes serie E (berlina: le famigliari sono “aggiustate” sulla berlina, tranne le Volvo, che, spesso, per tradizione della casa, come confermato nei modelli attuali, la V70 e la V50, nascono prima come station wagon). La serie E è barocca nel senso migliore del termine: sontuosa, tonda su tutte le superfici e sotto ogni angolatura, meglio risolta, più vicina alla perfezione rispetto ai modelli Mercedes più piccoli e più grandi e può essere un emblema di estetica del primo decennio del terzo millennio, rigonfia e imponente, espressiva di potenza e vigore (calma, lusso e voluttà) eppure snella, sportiva e leggera. Ha un riuscito sapore retrò il muso della 147 Alfa, sono belle la GT e la Brera, sono d’effetto le calandre e i finti radiatori anteriori della nuova Punto e della Peugeot 407, sportive nell’aspetto e ispirate alle Ferrari degli anni sessanta, ma la sensazione di minore qualità e durata del corpo-vettura e l’immagine percepita dal pubblico negli ultimi decenni (la stampa anglosassone bersagliava la tendenza delle FIAT all’erosione della carrozzeria per la ruggine nei climi umidi e l’assemblaggio approssimativo che creava rumori e scricchiolii nelle vetture ancora nuove), rende meno attraenti, per molti, queste auto nate al di fuori dell’ambito nordico-tedesco. BMW, Mercedes, Audi e, per una nicchia di amatori, Volvo e Saab, oltre, naturalmente, a Porsche, (e, per i giovani, su un gradino un po’ più basso, alcuni modelli WW, come le Golf) sono oggetti di culto, come i Rolex e le Montblanc, apprezzati per l’immagine prima che per le caratteristiche. Le automobili (Barthes) sono le cattedrali gotiche della nostra epoca e lo stile delle carrozzerie è uno dei parametri migliori per giudicare e seguire il gusto estetico di oggi. In armonia con la velocità delle trasformazioni e i progressi esponenziali della tecnologia, oggi anche l’evoluzione estetica è rapidissima: di decennio in decennio le linee delle automobili invecchiano e i costruttori ci abituano a modificare in fretta i parametri di gradimento. Tuttavia parametri assoluti come l’equilibrio, l’armonia, la coerenza, l’originalità non stravagante sono valori stabili con cui si può prevedere, a un esame distaccato, se quella certa automobile piacerà ancora fra cinquanta anni.
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Francesco Dallera |