LA DIARREA DEL VIAGGIATORE ( diarrea del turista )

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Perché disturbi gastrointestinali sono così frequenti fra chi viaggia soprattutto in paesi di area tropicale e subtropicale?

 

Il guaio più consueto è la cosiddetta "diarrea del viaggiatore".

 

Dei quasi venti milioni di persone che intraprendono viaggi da paesi industrializzati a paesi in via di sviluppo, circa un terzo vanno incontro a diarrea nella prima settimana. Si tratta di un malessere di breve durata, 3-5 scariche/die di feci liquide per pochi giorni, che tuttavia costringe spesso a cambiare i programmi e il calendario. 

 

La causa per il 60 - 80% sono batteri, più spesso escherichia coli - ceppi enteropatogeni cui non siamo abituati (gli escherichia di ceppo "nostrano" non sono tossici e sono normali abitatori dell’intestino umano), shigella, campylobactcer, più raramente salmonella, vibrioni, pseudomonas, protozoi (giardia e ameba) e certi virus. 

 

La trasmissione avviene attraverso l’acqua e il cibo per contaminazione fecale, come a dire per la scarsa igiene dei manipolatori degli alimenti. Particolarmente da temere – secondo le guide turistiche e i testi medici – i venditori ambulanti (che hanno difficoltà a lavarsi le mani). 

L’acqua e il ghiaccio, la verdura, la frutta, la carne e il pesce crudi sono da evitare. Il vecchio principio "far bollire cuocere sbucciare" è sempre valido. 

Un cubetto di ghiaccio fatto con acqua non purificata preso con l’aperitivo in Messico a pochi minuti di distanza dalla California può essere patogeno. Si dovrebbero consumare solo bibite e acqua confezionate, meglio se gasate. Anche lavarsi i denti con acqua del paese, è sufficiente a introdurre i microbi offensivi.

 

La raccomandazione "ufficiale", piuttosto conservatrice, è che non occorre profilassi con farmaci per le persone sane (immunologicamente protette), ma, tenendo conto che un terzo dei viaggiatori in Asia, Sud America e Africa avranno la diarrea per qualche giorno, sta ad ognuno decidere. Se gli impegni di viaggio sono pressanti e non si vuole perdere nemmeno un giorno, la profilassi farmacologica sembra sensata. È necessaria, invece, per chi ha malattie debilitanti, per i cardiopatici, i diabetici, chi soffre di malattie intestinali come il Crohn o la colite ulcerativa, chi è in cura cortisonica o immunosoppressiva. Gli antibiotici consigliati oggi sono i fluorochinoloni (Ciprofloxacina 750 mg una volta sola sia per profilassi che per terapia, o Levofloxacina 500 mg), tranne che per Tailandia e India, ove è meglio impiegare Azitromicina 1000 mg. (una volta sola) perché vi è diffusa una variante di Campylobacter resistente ai chinolonici. Qualche anno fa erano in auge il Bactrim e le Tetracicline. Per le donne in gravidanza il chinolonico è controindicato e si deve impiegare l’Azitromicina. 

 

Se i sintomi sono già comparsi, è bene affiancare all’antibatterico 2 cp e poi 1-2 a ogni scarica di Loperamide (Imodium, Dissenten, Lopemid), che rallenta la peristalsi. Questo tipo di farmaco è controindicato se le feci sono emorragiche. Un turista che ha le notizie basilari e una dotazione dei farmaci essenziali, non ha bisogno di consultare un medico a meno che la diarrea non sia ematica o quantitativamente grave (per esempio 10- 15 scariche al giorno).

 

La perdita di liquidi di solito non è tale da richiedere un’idratazione specifica o forzata, basta bere abbondantemente.

Sono segnalati casi di diarrea del viaggiatore che si sono continuati per un mese o più, altri che hanno innescato sindromi da intestino irritabile, o che hanno provocato intolleranza al lattosio. Quasi sempre però questa piccola malattia ha la durata e il significato di un disturbo innocuo.

Delle altre malattie riguardanti l’apparato digestivo che si possono contrarre durante i viaggi nei paesi a basso livello igienico è da segnalare l’epatite A, che si trasmette attraverso insalate, cibi crudi e molluschi. Nell’epatite A dopo circa un mese (l’incubazione va da 2 a 6 settimane) dal contagio compaiono sintomi come inappetenza profonda, nausea, vomito, malessere, avversione al fumo. Un vaccino efficace è disponibile per l’epatite A in forma iniettiva e conveniente per chiunque non abbia già gli anticorpi protettivi.

 


Francesco Dallera 2011

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