Eyes wide shut

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L’ultimo film di Kubrick, tratto da una novella di Schnizler, è considerato il suo peggiore; è noioso, ha una solennità sproporzionata al contesto, lascia il senso fastidioso di una perversione non più vitale ma solo voyeuristica, dunque con una sfumatura di consapevole impotenza: il regista ormai vecchio vuole cimentarsi con il soggetto erotico, per toccare anche questo genere come ha toccato tutti gli altri, quasi a completare il repertorio. Del resto, spesso uomini di genio hanno abbordato questo argomento nella loro arte proprio in età avanzata, quando, secondo il buon senso convenzionale, sarebbe più logico abbandonarlo (famosi i disegni lascivi di Rodin e Picasso ultrasettantenni; Chaucer dice: "Nella nostra smania sta sempre conficcato un chiodo: d’aver la testa bianca e la coda verde, come il porro" È celebre la frase di Oscar Wilde: "Il dramma della vecchiaia non è invecchiare, è restare giovani"). Eppure Eyes wide shut, accanto a passaggi che quasi tutti – credo – trovano sgradevoli, anzi disgustosi (l’accenno necrofilo), riesce a creare, in alcuni momenti, un clima di attesa erotica. A renderlo guardabile, dietro la storia strampalata, sono lo stile e il rigore senza sbavature della conduzione. La musica è magnifica: elegante e sofisticata. Non esistono, nella storia del cinema, pellicole erotiche di valore, se escludiamo parzialmente, forse, il surreale e poco compreso La bestia di Borowczyck, improntato sulla contrapposizione letteraria fra la Bella e la Bestia, in cui la bella è particolarmente attraente e la bestia particolarmente sgradevole ma attenta e docile (nel sogno della protagonista) alle segrete ansie femminili, in una suggestiva ambientazione aristocratico-silvestre. Di altro, nel settore c’è molto poco che si salvi. I cineasti abbastanza spregiudicati da dedicarvisi (Tinto Brass, Bigas Luna) non hanno il necessario genio e nessuno di quelli veramente geniali ha voluto affrontare il genere. Il giudizio su un film erotico è inevitabilmente condizionato dal momento della visione: ricordo con nostalgia il nostrano Malizia, di Samperi (nel filone della scollacciata satira all’italiana), certo perché l’età a cui l’ho visto lo rendeva più efficace***. Almeno Kubrick ci ha provato, con risultati migliori di altri. Per quanti difetti abbia Eyes wide shut, non riesco a trovare un film che lo valga, nella sua categoria. I più celebrati sulla stessa linea, cioè con velleità di trama o vicenda erotico-patinato-soft (Nove settimane e mezzo, Basic instinct, i più noti) sono inconsistenti al paragone, superficiali sul genere dei fotoromanzi, per non parlare di quelli decisamente pornografici senza pretese di racconto.

Ho trovato godibile e squisito il dialogo di corteggiamento fra l’attempato libertino ungherese e la protagonista, che, un po’ brilla, fa la gattina alla festa iniziale. Bisogna poi ammettere che la primissima scena del film è folgorante, anche per la concisione; e straordinaria è l’efficacia del valzer di Sostakovic a sottolineare Nicole Kidman che, da dietro, lascia cadere l’abito, scalciando debolmente con le gambe armoniose, in una movenza che esprime una punta di indefinibile capriccio. È da antologia cinematografica e tocca la perfezione estetica: la più grande valorizzazione di un sedere femminile, per scelta del modello, luce, sintesi, inquadratura, tempi, movimento. Una sola scena le sta, forse, alla pari o, almeno, regge il confronto: il gesto anasirmico di Marilyn Monroe (Quando la moglie è in vacanza), cui un soffio d’aria proveniente da una grata in strada solleva la gonna (scena ripresa – con il significato di una citazione – da Kelly Le Brock in La signora in rosso), gesto evocatore delle Veneri callipigie ("dalle belle natiche") della Grecia classica, che alzavano la veste, ruotando leggermente il capo, per ammirare il proprio sedere.

 

***Diversa l’età, diversa la sensibilità. Al liceo non ero così esigente: trovavo erotici i film della serie Angelica con Michèle Mercier. Viene in mente la storiella di Winston Churchill, che, ottantenne, scrive a un coetaneo amico di scuola: "Ricordi quando, al college, ci davano il bromuro per tenerci calmi? Ecco, mi sembra che adesso cominci a fare effetto."
 


Francesco Dallera

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