Fumo e apparato gastro-enterico

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Non molti anni fa i fumatori in tutti i luoghi dominavano la scena con i loro anelli di fumo e i compiaciuti movimenti tracciati con la sigaretta fra le dita, vere esibizioni gestuali. I pacchetti colorati delle varie marche, nella pubblicità come sui tavolini dei bar, erano espressivi di buon gusto e di piacere della vita. Oggi, i poveretti, sono relegati in spazi reclusi perfino all’aperto e quando fumano si nascondono. L’informazione medica aggressiva e quasi terroristica ha prodotto sull’opinione pubblica del mondo occidentale un radicale cambiamento di sensibilità e di immagine. La demonizzazione del fumatore a me sembra eccessiva, una specie di moda moralistica con toni esagerati. Non si tratta con la stessa esecrazione chi sputa pericolosamente sui marciapiedi sfiorando i bambini o chi viaggia a velocità folle con l’automobile.

Però che il fumo faccia veramente male è innegabile ed è giusto e necessario dirlo e ribatterlo il più possibile. Tutti sanno che provoca nei grandi fumatori disastri cardiovascolari in età giovane, che nei fumatori più modesti rosicchia anni di vita facilitando infarti di cuore, ictus cerebrali, arteriopatie alle gambe; che causa bronchite cronica e successivamente enfisema, insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco. È noto che il 90% dei tumori del polmone sono provocati dal fumo di sigaretta; che contribuisce anche al tumore della vescica, del rene, della cervice uterina.

Forse meno conosciuto è l’influsso sull’apparato gastro-intestinale: chi fuma ha un aumento statistico di rischio (da 1,5 a 3 volte) per il cancro gastrico, sul quale il fumo agirebbe come mutageno sinergico con gli altri numerosi mutageni conosciuti, tra cui, ultimo arrivato e, forse, più importante di tutti, l’Helicobacter Pilory, il microbo scoperto negli anni ottanta che ha rivoluzionato l’interpretazione delle malattie dello stomaco.

Il fumo di sigaretta ha una parte nell’esofagite da reflusso (bruciore al petto, rigurgito, ma a volte anche dolore alla deglutizione, raucedine, tosse, asma). Ma anche nei tumori di bocca, laringe, esofago e pancreas.

Il fumo, insieme all’Helicobacter e a una generica predisposizione a produrre più acido nello stomaco, è uno dei fattori di rischio principali per l’ulcera gastrica e duodenale, mentre, a dispetto della comune credenza, non si è mai dimostrata nell’ulcera la responsabilità dell’alcool o dello stress o dei cibi piccanti (ed è triste pensare ai poveri ulcerosi vessati per anni dalle diete di medici troppo punitivi prima che si rivelasse il vero colpevole: l’Helicobacter). Oltre che formarsi di più, le ulcere dei fumatori guariscono meno, capaci come sono di resistere ai potenti farmaci che bloccano la secrezione acida.

Ancora: se non si fuma, si riduce del 20% la probabilità del cancro del colon-retto.

La malattia di Crohn è due volte più probabile nei fumatori. Infine, il fumo gioca un ruolo in disturbi minori, come alitosi e sintomi linguali (lingua nera, lingua pelosa).

Gli esempi potrebbero continuare, ma mi sembra che quanto citato chiarisca già a sufficienza  l’assunto: anche sull’apparato digerente il fumo ha effetti distruttivi.

 


Francesco Dallera

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