Giorgione e Tiziano

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Grande argomento, dibattuto da sempre, il rapporto fra Giorgione e Tiziano e la loro pittura, per la scarsità di documenti del tempo, si presta al divertimento dell’interpretazione fantasiosa. Accavallando le loro vite professionali a Venezia per il primo decennio almeno del Cinquecento, hanno dato luogo a infinite dispute successive. Giorgione era di circa dieci anni più vecchio, nato nel 1476. Della nascita di Tiziano non si conosce la data, si pensa sia fra l’88 e il ’90. Una sua lettera in cui si dice novantacinquenne nel 1571 (che porrebbe la nascita nel ’77), è ritenuta una civetteria per commuovere Filippo II, al qualechiedeva soldi per i dipinti non pagati.

Tiziano è stato "giorgionesco" nei primi anni della sua attività di pittore: lo stile e gli ambienti sono molto simili e tutto lascia credere che il giovane Giorgione abbia influenzato il giovanissimo Tiziano. A parte l’incarico condiviso del Fondaco dei Tedeschi, non si sa in quali rapporti anche professionali fossero i due artisti. Alcune attribuzioni, come quella del Cristo portacroce alla Scuola di S. Rocco, sono già controverse per i contemporanei, come risulta dai contradditori capitoli del Vasari, che nelle diverse edizioni delle Vite riferisce l’opera ora come di Giorgione, ora come di Tiziano.

Altri problemi attributivi storici sono relativi alla Venere dormiente di Dresda e al Concerto campestre del Louvre, con diatribe pluridecennali fra critici che, secondo le propensioni di ciascuno, usano a volte un medesimo argomento stilistico per dimostrare esattamente l’opposto (Giorgione non sarebbe stato capace di un costrutto formale complesso come nel Concerto; Tiziano non aveva la poesia arcadica che emana dal Concerto; la donna nuda in primo piano ha la statuarietà tipica tizianesca; la donna nuda ricorda molto il frammento giorgionesco del Fondaco e ha l’inconfondibile espressione degli sguardi di Giorgione)

D’altra parte diversi dipinti, sulla base dell’analisi  stilistica, possono essere in discussione: alcune Madonne inclusa quella del Prado, il Tramonto con il cavaliere e il drago, lo stesso Noli me tangere, se non ci fossero testimonianze o documenti orientativi. Lo stile, l’atmosfera campestre, la delicatezza calda del colore e la morbidezza del disegno erano comuni, e sembrano una caratteristica innovativa di Giorgione emulata con altrettanta capacità e qualità da Tiziano.

Tiziano si differenzia più avanti per modi vigorosi, con colore pieno e costruzione solida, atmosfere meno ovattate; e poi ancora, nell’ultimo periodo, in un sintetico e moderno colore terroso e giallastro. Nei quadri sicuramente di Tiziano del primo periodo, cioè della fase "giorgionesca", Amore sacro e l’Amor profano (Roma) e Le tre età dell’Uomo di Edimburgo, la sola differenza, affidata alla sensibilità dell’osservatore  e dunque discutibile, è una minor concessione al sentimento negli sguardi, un tono meno sognante. Tiziano incapace di sognare, dicono i tifosi di Giorgione; Giorgione incline a un sentimentalismo edulcorato, dicono i detrattori. Per distinguere Giorgione, che muore trentaquattrenne nel 1510, dal Tiziano fino al 1515, i documenti dell’epoca o le cronache appena successive, come le note del Michiel, o le biografie del Vasari, sono la sola guida, insieme alla decifrazione – soggettiva e sempre opinabile – dell’espressione dei volti o delle pose. E persino sulle opere documentate (la Venere descritta dal Michiel), l’attribuzione è stata per anni contestata.

Una fonte di curiosità è il complesso di edifici rurali che appare identico in tutti i dettagli (aggiungendo o togliendo la punta della casa o un torrione) nella Venere di Dresda, nel Noli me tangere e nell’Amor sacro e profano. Si potrebbe argomentare, visto che Michiel ci dice che il "paese" della Venere fu "finito" da Tiziano e gli altri due dipinti sono senz’altro di Tiziano, che sia lui l’ideatore di questo gruppo di paesaggio. Ma sembra semplicistico; ed è altrettanto verosimile che, lavorando sulla tela di Giorgione, per terminarla o modificarla, sia stato affascinato da quel blocco di case e l’abbia ripreso in altri dipinti, tanto più che edifici rassomiglianti sono rappresentati anche in precedenti opere di Giorgione.

 

Contro l’opinione di qualche critico illustre, tutto lascia credere che Giorgione, nonostante la giovane età, sia stato molto influente sui contemporanei (anche sul vecchio Bellini, che ne acquisisce i contorni sfuocati nelle opere tarde), per la sua personalità poetica che traduceva in pittura le idee di intellettuali come Bembo e Sannazzaro. Tiziano, nella prima fase del suo percorso artistico, lo ha inevitabilmente seguito: da grande quale già era, lo ha fatto a un livello di qualità altissimo, così che spesso i due pittori non sono distinguibili. Poi, evolvendo e maturando, ha sviluppato maggiormente i suoi tratti peculiari: colore saturo, realismo, concretezza che sta lontana da ogni languore, fino alla fase senile, sintetica e cruda, di colore scarno e quasi monocorde sull’ocra e marrone.


Francesco Dallera  Marzo 2001

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Le righe da “altri problemi attributivi” a “sguardi di Giorgione” sono stati portate con copia e incolla in un articolo comparso su IL GIORNALE del 10 agosto 2012 a firma Nino Materi, senza modificare una virgola. Ho segnalato alla redazione: vorrei conservare la paternità dei miei scritti per quanto modesti. 

Sett 2012.  f. dallera