Ferdinando Giovati: corniciaio e gallerista |
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Un altro
pittore di cui ho trovato lì bellissime opere è
Stefano Spagnoli, in anni recenti assessore alla cultura di Parma, artista ispirato
e intelligente in ogni cosa che fa: colto, moderno, eclettico, fantasioso,
spazia da una personale visione"liberty" di personaggi o
costruzioni surreali, a raffigurazioni di solidi geometrici rischiarati da
luce crepuscolare, mostrando di avere guardato e pensato a Klee, Picasso, Schwitters, Afro e Poliakoff,
con padronanza di sfumato, collage, olio, acquerello e assemblaggio
utilizzati di volta in volta con finezza e maestria seducenti. Giovati, ora,
ha un’ordinata galleria affacciata su un cortile che permette comodamente il
parcheggio, dietro il laboratorio dove prima c’era tutto il negozio – dove
lavora come artigiano corniciaio il fratello più giovane, che resta dietro le quinte ma è brillante nella parola e abile con
le mani – galleria in cui organizza mostre ragguardevoli. I fratelli Giovati
sono i soli cui affiderei alla cieca, sicuro di
essere soddisfatto, qualunque opera anche di gran pregio da incorniciare, un
compito che a nessun altro cederei senza preoccuparmi. I soli che possono
farvi una cornice nuova, partendo da un’asta industriale (una striscia di
legno comune prodotta e lavorata in serie) rendendovela ,
con patine e acidi opportuni, più bella e adatta al quadro di una antica. I
soli che vi dicono volentieri i loro segreti, spiegandovi gli ingredienti che
usano e le proporzioni approssimative di colla, colore a tempera oppure oro
in polvere, bitume, cera – indicandovene anche la marca commerciale Nando
riferisce riconoscente di aver molto imparato (trucchi e gusto degli
abbinamenti) da un restauratore-stuccatore, decoratore di edifici
e chiese di nome Nosvelli, noto nella Parma di
qualche decennio fa. Sono così belle le sue cornici, specialmente quelle fra l’ocra e
l’arancio, bicolori, così ben riuscite, antichizzate in modo garbato e non
copiate da modelli visti, che si trovano ormai riciclate nei mercatini della
zona, proposte come oggetti di piccolo antiquariato; articoli rari dato che questa produzione si è quasi esaurita negli
ultimi anni (gli impegni di galleria hanno avuto la prevalenza sull’attività
artigianale di corniciaio). Nando Giovati è un
personaggio di forte carattere. Simpatico, travolgente dall’alto della sua
statura e nei suoi abiti trasandati, che gli calzano adatti come una divisa,
conversatore colorito qualunque sia l’argomento (con frequenti divagazioni
nel dialetto di Parma), è un’autorevole conoscitore
di dipinti e artisti soprattutto emiliani, oltre che un asso irraggiungibile
sulle cornici. Radicato profondamente nella città, conversa bonariamente di
molti personaggi del passato e del presente collegati al mondo artistico locale
e dei dintorni, dei trascorsi politici degli uni e degli altri, delle
vicissitudini famigliari, lavorative, trasgressive, etiliche, magari
giudiziarie delle persone di cui si parla (a volte temperamenti ribelli ai
canoni, dal tratto bohèmien o stravaganti al limite della vita regolare), non
con spirito indiscreto ma piuttosto con benevola comprensione e ricchezza di aneddoti divertenti. Io rimpiango un
po’ il disordine divino che regnava nel vecchio negozio sulla Via Emilia,
isola del tesoro con le pareti annerite, ora adibito
a laboratorio; anche oggi, però, pur declassato, ha funzione parziale di
magazzino e dunque vi potete scoprire vecchi quadri o bozzetti accatastati
per terra o appesi alla rinfusa. Che siate nella galleria o nel laboratorio,
oltre a guardare quanto esposto "ufficialmente", cercate ancora,
sollevate i quadri appoggiati alle pareti, frugate sotto, fatevi
aprire i cassetti dei mobili: salteranno fuori carte arrotolate, disegni,
collages colorati di artisti geniali e sorprendenti. Potete scommettere che
troverete qualche cosa di interessante, che magari
nemmeno Nando ricorda di avere. |
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Francesco Dallera |