Il Libro migliore |
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Celine certo sta fra i più
grandi, anche se si è rovinato la reputazione con i libelli antisemiti. La
sua sensibilità umana è commovente (a dimostrarla basta la sua tesi di laurea
sul Dr. Sommelweiss), scrive benissimo, ma i libelli sono tra le più strane
prove di incoerenza della psiche umana. Più del Viaggio al termine
della notte, mi piace Morte a credito, il primo da me letto. Fra i sudamericani,
portoghesi, spagnoli sono alcuni grandi nomi. Marquez più di tutti ha la rara
qualità degli artisti immortali: trasmettere un messaggio filosofico profondo
in veste di toccante poesia. Cent’anni di solitudine può aspirare
all’elezione di miglior romanzo del secolo diciannovesimo, così fantasioso,
nuovo, poetico e denso di valori morali espressi apparentemente senza retorica,
e L’autunno del patriarca non gli è da meno. Borges è affascinante
letterato, però finto, troppo intellettuale. Leggo e rileggo con estremo
piacere Saul Bellow, e metto Herzog in qualunque terna delle tre migliori
opere di narrativa del Novecento, con quella peculiarità inventata e
modernissima di scrittura dinamica, vivace e zeppa di cultura non greve, che
lo pone a cavallo fra romanzo e saggio. Il dono di Humbolt è allo
stesso livello, come anche Il pianeta di Mr. Sammler e gli ultimi
brevi, soprattutto Ne muoiono più di crepacuore. Metto fra i preferiti
assoluti Il giovane Holden – The catcher in the rye – del misterioso
Salinger, umano, profondissimo, commovente senza enfasi, pieno di poesia
(nonostante i critici paludati lo giudichino infantile e datato). Dove c’è un
pizzico di manierismo e di retorica, dove la sintesi filosofica è
semplificata, il travestimento adolescente ricco di umorismo, li assorbe e
giustifica. L’espediente del racconto di un ragazzino consente tratti di
sensibilità acutissima, commenti struggenti alla storia raccontata; il gergo
giovanile diverte e graffia, è un esempio sempre vivo del linguaggio e dei
neologismi sorprendenti della freschezza mentale dei ragazzi intelligenti,
con buone scuole, che usano la cultura fingendo di snobbarla con un cinismo
che li protegge dalla retorica. Per me questo libro non è affatto
invecchiato, ha nacora tutto il suo fascino. Il limite d Salinger è di avere
scritto poco, di aver concentrato tutto in un lungo racconto. I pochi altri
suoi prodotti letterari sono meno importanti. Dunque assegno il premio
dei migliori libri di narrativa del XX secolo a Herzog e a (udite
udite) Il giovane Holden (The catcher in the rye). Tra gli
europei, Morte a credito di Celine, con dispiacere per il suo
incomprensibile anti-ebraismo espress o con ferocia in opere minori, che ne
ha decretato tra l’altro l’ostracismo dal contesto sociale, politico,
letterario nel dopoguerra. I grandi europei, Proust e
Joice e Thomas Mann, così come sudamericani e ispano-portoghesi, dovranno
aspettare la premiazione del prossimo anno. |
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Francesco Dallera |