I calciatori, si sa, sputano a braccio. Avendo un tono vagale sostenuto (sistema nervoso parasimpatico attivato dall’allenamento), hanno la bocca piena di saliva, corrono a tutta birra lungo il campo, calciano in porta e, quando sembrano sfiniti e disidratati, emettono sotto le telecamere un potente e copioso sputo. I difensori sputano dopo ogni intervento energico, per scaricare saliva e tensione. I portieri, quasi sempre fermi, loro si sputano sulle mani anche se coperte da guanti pesanti, per un vezzo , o un tic, come per lubrificarle preparandosi alle parate. Lo vediamo a ogni partita in televisione. Il prato, a fine gara, dovrebbe essere un pantano, tanto l’irrorazione è abbondante. Con tale necessità fisiologica pressante, capisco quindi che possa capitare di sputare in faccia a un avversario, per sbaglio. Ma quando lo sputo, come nel caso di Totti, è visibilmente volontario, è una bella maleducazione. Uno schifo, a dirla tutta. I calciatori competitivi devono essere duri, certi allenatori gli insegnano da piccoli che, per crescere vincenti, non devono fare complimenti e sul campo studiano cattiverie di tutti i colori. Se alcuni calciatori sono incolti, o hanno origini umili, dire lo stesso che lo sputo non è ammissibile non deve suonare come un classismo. Uno sputo in faccia è insulto rozzo, che riporta al Medioevo peggiore, quando c’erano le gogne. Non è solo volgare, è vigliacco. Ritirerei Totti dalla squadra, altro che giustificarlo. Teniamoci una squadra un po’ meno buona ma dignitosa nei comportamenti, che non ci renda impresentabili e non faccia perdere il piacere dello sport. Salvare la decenza non è moralismo.
Ragazze, chi di voi invidia la letterina-valletta-presentatrice Ilary, moglie di Totti, perchè ha un
marito bello (?), famoso e ricco? Lo volete anche voi così, il ragazzo? Chi lo vuole così alzi la mano.