Prevenzione del melanoma |
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Negli ultimi anni si è molto dibattuto il tema della diagnosi precoce e della prevenzione dei tumori, via principale per il miglioramento della prognosi. Sono sempre più numerose le occasioni divulgative che mirano a sensibilizzare il pubblico su questi problemi, così numerose che qualche volta sembrano intese a enfatizzare l’attività specialistica dei medici che le propongono e l’importanza del loro ruolo piuttosto che a una sincera informazione. Il pubblico ha una risposta variabile, che può spaziare dall’interesse esasperato e nevrotico che induce a vedere ogni trasmissione tv tipo Elisir dall’inizio alla fine e a divorare le riviste che spiegano la medicina ai non medici, come Salve o Star Bene, fino all’indifferenza di chi, inondato da immagini di malattia, fa gli scongiuri e cambia canale rifugiandosi in un fatalismo liberatorio. Tutti noi medici abbiamo esperienza di persone che, insieme al quesito su un proprio dubbio, portano con sé borse di documentazione stampata da internet, non di rado superando, sui dettagli di uno specifico problema, il nostro livello di conoscenza e mettendoci in difficoltà con le notizie più curiose (e le domande più strane) pescate da fonti oscure. La rete fornisce una massa fantastica di informazioni, con la sola limitazione, però importante, che è difficile per chi non è della materia distinguere dati scientifici seri e controllati da altri fasulli presentati in forma scientifica. In ogni caso, pur riconoscendo che c’è stata una certa inflazione di divulgazione medica ingannevole, è evidente che il miglioramento della cultura del pubblico ha condotto, con un approccio più precoce, a un aumento delle possibilità di guarigione. Per i tumori cutanei, il vantaggio di una miglior conoscenza si moltiplica, perché la diagnosi precoce è attuabile con la semplice osservazione da parte di un occhio esperto, senza apparecchiature sofisticate e senza indagini invasive. Se pensiamo alla complessità, ai costi, ai problemi organizzativi, ai disagi e in qualche caso ai rischi per i pazienti che TAC, risonanze magnetiche,esami endoscopici o laparoscopici comportano, balza in evidenza la situazione favorevole della pelle, che al massimo necessita di una lente o di un piccolo sistema di lenti per essere esaminata in modo esauriente. In particolare il melanoma, il più maligno dei tumori cutanei, che, tra l’altro, ha registrato negli ultimi decenni un marcato aumento di incidenza nelle popolazioni di razza bianca dei paesi occidentali, può essere prevenuto o curato nelle prime fasi mediante l’osservazione sistematica e periodica dei nei (nevi melanocitici è il termine medico esatto), che sono potenziali precursori del melanoma, anche se la probabilità degenerazione maligna è minima. I consigli che si danno solitamente sono: segnalare subito e sottoporre allo specialista quei nei che presentano asimmetria, irregolarità del bordo, compresenza di diversi colori sulla superficie, variazioni di estensione o di spessore, dimensioni grandi – oltre 0,7 mm – (ABCDE sono le iniziali dei caratteri mnemonicamente utili: Asimmetria, Bordo, Colore, Diametro, Elevazione-Estensione). I nei congeniti (presenti già alla nascita) sono più a rischio.
Fornire criteri di diagnosi al pubblico è importante e necessario; può essere però psicologicamente terroristica: l’autoesame allarma un certo numero di persone inclini alla fobia, cui sembra di riconoscere invariabilmente i tratti sospetti sul loro corpo. Comunque è opportuno consultare un esperto subito se un neo si modifica, prude a lungo o sanguina e una volta l’anno sottoporsi a una visita sistematica presso un centro o un medico specialista. Come già sottolineato, la cute è in condizioni privilegiate: si esplora completamente con facilità e senza pericoli, con un rapporto beneficio/disagio veramente vantaggioso.
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Francesco Dallera |