La pancia gonfia di aria è una lamentela tipica delle donne e più che mai
delle donne giovani.
Gli uomini, nonostante il loro addome sia spesso rotondo e prominente, di avere
l’aria non si accorgono. Naturalmente, c’è qualche eccezione: il paziente più
studiato al mondo per questo problema è stato un giovane – maschio – di 28 anni,
che ha avuto la perseveranza di registrare per tre anni le sue emissioni
flatulente (media di 38 al giorno contro la media di 13 dei controlli di pari
età) e misurare il volume di gas prodotto nell’intestino (raccolto tramite un
tubo rettale: era di quasi un litro e mezzo ogni quattro ore, 82% idrogeno e
anidride carbonica, il resto gas solforati e metano). Lo studio, pubblicato anni
fa sull’American Journal of Medicine, suscita ammirazione, oltre che per la
tenacia del giovanotto, per lo scrupolo scientifico dei medici che hanno ideato
e diretto l’indagine.
In ogni modo, tante giovani signore e qualche uomo, per anni consultano il loro
medico di famiglia, specialisti, centri di gastroenterologia nella speranza di
risolvere questo problema capitale: sentono l’addome pieno d’aria, a volte con
dolore e lo vedono gonfio soprattutto in certe ore della giornata.
Di decennio in decennio le cognizioni scientifiche aumentano e mettono a fuoco
cause prima sconosciute di patologie comuni. Anche nel caso del gonfiore
addominale dovuto a eccessiva presenza di gas abbiamo imparato molto, così che
siamo in grado, se non di risolvere, almeno di capire e migliorare numerosi dei
casi che ci vengono sottoposti.
C’è sicuramente una percezione diversa nella donna, che patisce di più la
sensazione di avere aria nell’addome, forse per le maggiori inibizioni
educazionali e i freni mentali a espellerla. È ben documentato che chi avverte
“di essere gonfio” può avere nell’intestino volumi di gas normali, ma ha una
sensibilità al dolore e alla distensione maggiori della media e percepisce come
dolorosa una quantità di gas ben sopportata da soggetti normali. Spesso la
signora che ci consulta dice di non riuscire, come per un blocco, a espellere il
gas che le distende la pancia; più raramente, succede l’opposto: la tendenza a
espellere aria senza volerlo crea gravi difficoltà sociali e pubbliche. La paura
che questo succeda peggiora il circolo vizioso. Una serie di fenomeni a cascata
conseguono al disagio di fondo. Quello che, raccontato in compagnia, può far
ridere, è invece motivo di ansia e depressione in situazioni concrete e può
essere fonte di rinunce e menomazioni nel comportamento delle persone colpite
dal problema.
Prima di tutto è necessario che il medico escluda la presenza di malattie che
possono direttamente provocare alterazioni del transito intestinale. Un
colloquio prolungato, una visita accurata e infine alcuni esami generali che
escludano patologie intestinali e indagini per verificare se vi è intolleranza
al lattosio (latte, formaggi freschi, gelati) o, molto più rara, al glutine
(pane pasta orzo: celiachia latente) sono basilari. Molte forme di intolleranza
al glutine sono così lievi da sfuggire per anni. Oltre al gonfiore addominale,
possono essere presenti diarrea o altre irregolarità intestinali.
Nel caso citato, il giovane superflatulento aveva intolleranza ai derivati del
latte. Con alimentazione priva di latticini, la condizione è molto migliorata,
ma non normalizzata.
(I progressi fatti hanno permesso anche alla finta scienza di insinuarsi nelle
pieghe del discorso e favorito la diffusione di test fasulli, dai nomi più
strani, con una veste solo esteriore di scientificità. La risposta a queste
prove indica – per non sbagliare – intolleranza a quasi tutto. Alcuni medici,
forse in buona fede, e alcuni laboratori titolati seguono queste tracce,
aumentando la confusione.).
Una percentuale variabile del gas presente nell’intestino è aria deglutita: uno
stato ansioso, il chewing gum e le bibite gasate possono aumentare il fenomeno.
Gran parte, tuttavia, deriva dall’azione fermentativa dei microbi del colon su
zuccheri e proteine alimentari. I principali prodotti della fermentazione sono
idrogeno e anidride carbonica, con piccole quantità di gas odoriferi, contenenti
zolfo. Un terzo degli adulti forma anche metano nel colon: è una caratteristica
famigliare e non dipende solamente dagli alimenti ingeriti.
Numerosi alimenti vegetali formano gas perché contengono zuccheri indigeribili,
che passano interi il primo tratto di intestino e sono invece attaccati e scissi
dai batteri del colon attraverso un processo digestivo che forma gas. I peggiori
sono: i fagioli (gli zuccheri responsabili si chiamano stachioso, raffinoso,
verbascoso) e tutti i legumi (piselli, fave, lenticchie, ceci, fagiolini verdi e
– attenzione – soia); cavoli, cavolfiori e tutte le brassicacee (cavolini,
broccoli), cipolle, porri, carote (circondate da una fama di innocenza) e molta
frutta (si fa prima a dire che meno flatogene, dunque preferibili, sono mele,
pere, arance). Anche dolcificanti zuccherini, come il fruttosio, presenti in
molti prodotti industriali, producono gas nel colon. Il sorbitolo contenuto in
bevande dolcificate e frutta con il nocciolo ha lo stesso effetto. Ma tutti i
cereali contengono piccole quantità di zuccheri indigeribili, così che il pane e
la pasta possono gonfiare persone più sensibili (per esempio con “intestino
irritabile”) anche in assenza di intolleranza vera propria (celiachia). Tirando
a indovinare e con la proibizione di quasi tuttto gli alimentaristi punitivi
otterranno dunque un beneficio sintomatico rapido, ma quanto tempo resisterà il
paziente? L’unica farina raffinata che non produce gas è quella di riso; le
farine integrali, come fonte di meteorismo, sono peggio. L’informazione oggi è
complessa e apparentemente contraddittoria. Cereali ricche di fibra per
circolazione e cuore, soia per il metabolismo, molta verdura per restare magri
però tuto questo aumenta il mal di pancia, sostituire lo zucchero classico va
bene, previene il diabete, ma i sostituti sono flatogeni. È un rompicapo.
Compito del medico è mettere ordine con spiegazioni semplici e invocando il buon
senso e assistere il paziente nella scelta equilibrata di una combinazione
ragionevole di carboidrati graditi e in quantità sopportata.
È in commercio (venduto in farmacia) un enzima efficace, una galattosidasi, che
può essere d’aiuto a chi è sensibile alla verdura e ha meteorismo e flatulenza.
Qualche prova ragionata permette di aggiustare quando prenderlo e a quale dose.
Nei casi pratici, spesso emerge intolleranza al lattosio (che deve essere
dimostrata con dosaggi di glicemia, oppure con breath test dopo aver bevuto una
soluzione di lattosio: nei paesi occidentali e negli individui di razza bianca
sono più di metà le persone parzialmente intolleranti). Qualche volta si
dimostra intolleranza al glutine, che, con meccanismo allergico, causa
infiammazione dell’intestino, appiattimento dei villi e malassorbimento dei
principi nutrienti. Accanto a una precisa cura dietetica, si può fornire alla
persona meteorica-flatulenta una serie di suggerimenti, prima di tutti quello di
tenere a disposizione i prodotti farmaceutici che possono attenuare i sintomi
quando necessario. Un antibiotico non assorbibile (rifaximina) riduce
notevolmente i sintomi inibendo l ‘attività batterica e la formazione di gas
(40% dei meteorici migliorano)..
Una diagnosi specialistica corretta e precisa, con tutte le informazioni mediche
correlate, può essere di enorme aiuto al paziente in questo campo.
L’aria nella pancia e soprattutto la sua emissione sono sempre state motivi
di riso e di comicità grossolana. Ma c’è modo e modo di parlarne. Chaucer ne ha
fatto il centro di una sua novella e la scurrilità è superata dalla classe del
linguaggio e dalla luce dell’arte. Dante se ne è ispirato per un famoso verso,
che non intendeva affatto essere umoristico. Ma la consacrazione letteraria
della flatulenza tocca, secondo me, il vertice con il grande Salinger che, nelle
prime pagine de Il giovane Holden , crea quattro righe tra le più divertenti
della letteratura dalle origini ai giorni nostri: Edgar Marsalla, il giovane
protagonista della scena, trasforma un gesto volgare in un commento
adolescenziale alla retorica e al perbenismo vuoto, dove l’umorismo
irresistibile della descrizione si fonde con la dirittura morale del giovane
narratore nel quale Salinger si impersona.
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