Psicosomatica

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"Psicosomatica" è la scienza che indaga i rapporti fra psiche e manifestazioni fisiche. Non è una medicina alternativa; è una branca della nostra medicina che, se mai, è stata troppo trascurata. La psicosomatica si propone prima di tutto di valorizzare le cause psichiche nell’origine delle malattie. Tutti sanno che la ripetuta offesa, la snervante goccia d’acqua di un lavoro che non piace, di una situazione famigliare frustrante, di un ritmo di vita esagerato, tutto quello che oggi si indica con l’espressione "stress negativo", possono provocare – superato il livello tollerabile – il crollo psicofisico (quello che alcuni anni fa si diceva "esaurimento nervoso"). Meno noto è che numerose malattie "organiche", in altre parole corrispondenti ad alterazioni strutturali visibili negli organi colpiti, possono avere la stessa causa: tensioni, conflitti, scaricati in modo indiretto, subdolo, su qualche organo. Forse alcuni esempi sperimentali hanno più eloquenza di tante spiegazioni: in animali di laboratorio (che siano o meno condivise queste prove) si sono provocati, attraverso spaventi reiterati, disturbi di crescita del pelo, insonnia permanente, ulcere dello stomaco. Dunque, accanto a indubbi vantaggi e comodità, la vita "civile" ci ha portato seri problemi, rendendoci simili, nella malattia, ad animali chiusi in gabbia e sottoposti a stress.
Altro proposito connesso con la psicosomatica è migliorare il rapporto fra il medico e chi gli si rivolge per aiuto. Un medico gentile è più gradito di uno scortese o aggressivo; collaborazione e fiducia da parte del paziente sono essenziali al successo della cura e una prima impressione negativa comporta difficoltà in tutti i successivi rapporti ("Se chi mi difende mi fa paura, chi mi difenderà dalla paura?"). Eppure di tutto questo la scuola medica, nell’Università italiana almeno, quasi non fa cenno. Il medico, da solo con la sua sensibilità e la sua esperienza, deve imparare a stabilire il dialogo più utile con il malato. Capita spesso, negli ambulatori, di assistere allo strano contrasto fra professionalità tecnica e dilettantismo psicologico, così che cose giuste, però difficili da accettare, sono dette dal medico nel modo più sbagliato.
Proprio sulla carica emotiva, sulla profonda energia della speranza, si fondano le virtù curative di guaritori, maghi e stregoni, antichi e moderni. Chi ci crede, ne trae beneficio, piccolo o grande che sia. È sciocco negarne l’efficacia, solo perché l'efficacia proviene dalla suggestione. Evidentemente la medicina occidentale, per un malinteso positivismo, ha sminuito l’importanza dei fattori psichici, li ha quasi esclusi dalle ricerche e dagli studi, mentre la loro importanza è enorme, soprattutto in alcuni settori della patologia.
Gli psichiatri, gli psicologi, gli psicanalisti sono, per loro specifica cultura, i più vicini all’ottica psicosomatica; ma anche una visione da un’angolatura psichiatrica può essere troppo settoriale e occorre invece un’interazione stretta con tutte le branche della medicina per comprendere meglio, in ogni sintomo o malattia, quanto vi sia di organico e quanto di psichicamente elaborato. Anche l’opinione del non-medico deve spostarsi dal concetto, inculcato dagli stessi medici nei decenni trascorsi, che se non si trova un’ulcera, un tumore, un’infiammazione con un bel nome che finisca in "-ite", il disturbo non è serio; e accogliere la possibilità che il disagio ambientale o esistenziale incida e influisca sul benessere in modo decisivo, creando malessere fisico di per sé o addirittura producendo malattie. La comprensione del meccanismo per il quale tormento interiore e sintomo fisico sono interdipendenti, è un primo passo verso il superamento del circolo vizioso. Conciliare il rigore sperimentale e le acquisizioni della tecnologia diagnostica e terapeutica  – vanto della nostra scienza – con una più attenta, più umana considerazione dei rapporti fra organismo fisico e psiche, fra disturbi somatici e vita subconscia, è – credo – il compito della nostra medicina negli anni futuri. Se non illuminati da questa luce, esami di laboratorio, indagini radiografiche e strumentali, tac e risonanze magnetiche, check-up e ricoveri ospedalieri, prescrizioni di farmaci e cure di ogni tipo, rischiano di essere uno sforzo sproporzionato e inutile, un ingranaggio involontario di quella macchina composita piena di chiari e scuri, chiamata con disprezzo dai sociologi del dissenso "industria della salute".

 


Francesco Dallera

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