Tumori della pelle | |
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Fra i tumori della pelle il melanoma ha sempre destato speciale interesse: perché è il più maligno, perché interessa anche giovani, ma soprattutto perché i melanomi possono nascere sui comuni nei (siccome la ricostruzione è fondata sulla memoria dei pazienti, nelle diverse casistiche sono riportate percentuali molto diverse: i melanomi sviluppatisi sopra precedenti nei sono fra il 20% e l’80% di tutti i melanomi). Dunque, sorvegliando i nei, per esempio con una visita annuale, si può non solo cogliere melanomi in fase iniziale, quando curabili, ma addirittura prevenirli asportando quei nei che presentano aspetti minacciosi. I caratteri "preoccupanti", che consigliano l’asportazione o almeno il consulto di uno specialista, sono riassunti nelle iniziali A B C D E, ove A indica asimmetria, B bordo irregolare (frastagliato, indentato), C colore variegato (tre o più colori sulla superficie), D diametro oltre 0,6 mm. (criterio di pericolosità relativa dato che molti nei benigni sono spesso più grandi), E elevazione + estensione (modificazioni rapide negli ultimi tempi). I nei congeniti (presenti già alla nascita) sono a maggior rischio e, a differenza degli altri nei, possono subire evoluzioni maligne prima della pubertà. L’aumento nei paesi industrializzati sembra legato al sole (moda dell’abbronzatura, buco dell’ozono?) soprattutto se combinato con cute di primo e secondo grado (pelle chiara, occhi azzurri, capelli rossi o biondo chiaro, tipologie cutanee che non si abbronzano o si abbronzano pochissimo e a prezzo di pesanti arrossamenti). In aree soleggiate degli USA (Arizona, New Mexico), fra individui di origine anglosassone e pelle chiara si è osservato un raddoppio del numero di melanomi per ogni decennio, mentre nessun aumento si è verificato nella popolazione di origine ispanico-messicana; in Australia i casi nuovi di melanomi nell’ultimo decennio si sono quadruplicati rispetto al decennio precedente e sono dieci volte più che tra i cugini rimasti in Gran Bretagna. Nel nostro paese il numero è nella media occidentale, simile a quello dei paesi nordici: intorno a dieci casi per centomila abitanti, con differenze regionali. Abbiamo, rispetto agli inglesi o agli scandinavi, carnagione mediamente più resistente, ma clima più soleggiato, cioè elementi divergenti per la probabilità di melanoma. Anche altri tumori cutanei, maligni ma meno aggressivi del melanoma, sono favoriti dal sole. Gli epiteliomi basocellulari, o basaliomi, i più frequenti, insorgono oltre la mezza età, non danno metastasi, però hanno una malignità locale: sia pure lentamente, si estendono senza fermarsi e tendono a recidivare. Possono avere aspetti diversi: ulcerati o protrudenti-bernoccoluti o piatti con alterazione della trama cutanea; qualche volta sono scuri e si confondono col melanoma. Qualunque sia la forma, hanno quasi sempre un orletto rilevato caratteristico e, spesso, piccoli vasi dilatati sulla superficie. Gli epiteliomi spinocellulari (o squamocellulari o spinaliomi), più aggressivi, danno metastasi, sia pure in tempi piuttosto lunghi. Sul piano pratico, è importante il fatto che sono preceduti per anni da alterazioni precancerose: cheratosi solare, leucoplachia, malattia di Bowen, sono nomi che definiscono modificazioni caratteristiche riconoscibili da un esperto, facilmente asportabili con metodi incruenti e ben tollerati, come laser e criochirurgia o persino mezzi chimici (creme e unguenti contenenti sostanze attive sulle cellule maligne). Si può così prevenire l’evoluzione maligna vera e propria attraverso interventi semplici e poco impegnativi per chi li subisce. Sembra che ustioni solari brusche subite nella prima infanzia possano favorire i melanomi; invece a favore di epiteliomi baso e spinocellulari giocherebbero piuttosto esposizioni protratte negli anni, come nel caso di marinai o lavoratori agricoli.
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Francesco Dallera |